Prima la figlia, poi la mamma

Lavorare con belle donne a volte è una benedizione, a volte è un supplizio, specialmente quando per abitudine si vestono in maniera piuttosto succinta. Tra tutte le mie colleghe, V. è certamente tra le più appariscenti. Alta, magra, mora, seno rifatto, labbra "ritoccate" e fisico tonico scolpito da ore e ore in palestra. Meravigliosa. Non abbiamo mai avuto una grande confidenza fino a che ci siamo ritrovati a dover fare un lungo viaggio in macchina insieme. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, poi inevitabilmente siamo finiti a parlare anche dei nostri rapporti di coppia e lei, fidanzata con un uomo molto più grande di lei, mi ha confidato di quanto fosse insoddisfatta tra le lenzuola da quell'uomo che la riempiva di attenzioni sotto tutti i punti di vista tranne che sessualmente. A quel punto ho preso coraggio e le ho appoggiato una mano sulla coscia. Pensavo che me l'avrebbe tolta, che si sarebbe ritratta o che comunque, se non fosse stato di suo gradimento, me lo avrebbe in qualche modo fatto capire. Invece, con mio grande stupore, non ha fatto niente di tutto ciò. Ho deciso di osare, ho iniziato ad accarezzarla e delicatamente la mia mano si è spostata sempre più su. Quando finalmente ha allargato le gambe, è stato per me un sogno. Le poche centinaia di metri che ci dividevano dall'autogrill più vicino mi sono sembrate infinite. Sono uscito dall' autostrada, ci siamo appartati e non ho fatto nemmeno in tempo a spegnere il quadro della macchina che già era china su di me, con quelle labbra gonfie e perfette a succhiarmi avidamente il cazzo. Fino all' ultima goccia di una venuta abbondante e ricca di soddisfazione.
Con me, però, lavora anche M., sua madre, una donna che ha passato la sessantina. Sebbene ormai la sua bellezza sia per forza di cose un po' sfiorita, si capisce ancora che in gioventù deve essere stata una ragazza molto attraente. Lo è ancora. Elegante, raffinata, curata. Fatale, anche con lei, è stato un viaggio in macchina. Con lo stesso copione e lo stesso caldissimo finale. Se possibile, devo dire che la mamma è stata persino più brava della figlia, forse perché nella mia testa ero tremendamente eccitato dall' idea di averle in qualche modo conquistate entrambe. Per qualche momento ho anche pensato, non so perché, che la madre sapesse di cosa era successo con la figlia e che lei a sua volta fosse eccitata dall'idea di assaggiare lo stesso frutto, con la precisa volontà di non essere inferiore in quanto a capacità orali.
Ora sogno di scoparle tutte e due. Anzi, sogno di scoparle insieme. Devo solo trovare l'occasione giusta. Chissà che non capiti un viaggio in macchina con entrambe. Ma a quel punto la sosta dovrà essere molto più lunga